Il lavoro di Maria Cristina Hamel pone, fra le altre, una questione divenuta/ritornata di estrema attualità: la relazione fra cultura la progettuale contemporanea e i modi produttivi. Dai tempi di Alchimia in poi, la Hamel si è mossa lungo un territorio di frontiera che l’ha spinta (non diversamente in verità da quanto è accaduto, ad esempio, ad Alessandro Mendini) da una parte a guardare verso un mondo interiore di espressione poetica, dall’altra a preoccuparsi della collocazione e del significato dei propri oggetti nel panorama degli artefatti estetici. Read the rest of this entry