Una buona idea di cui si è ritornato a parlare: la riapertura del Museo storico dell’Alfa Romeo di Arese, a due passi dai siti della prossima Expo 2015.
Aperto nel 1976 – nel contesto di una serie di importanti architetture di fabbrica e di servizi, fra gli altri di Ignazio Gardella, Giulio Minoletti, Vito e Gustavo Latis, le cui vicende complessive sono ben ricostruire da Jacopo Gardella – il Museo Alfa è stato uno dei primi musei d’impresa italiani, allora voluto fortemente da Giuseppe Luraghi, appassionato presidente dell’Alfa Romeo, e raccoglie oltre un centinaio di auto storiche, documenti, filmati, memorabilia e così via. In senso lato, rimane “documento” fisico di uno dei capitoli fondamentali della storia dell’industria e del lavoro nel nostro Paese. Ma anche un esempio di cultura di fabbrica da esibire in una fase storica in cui serve ripensare con vigore le radici imprenditoriali del nostro Paese.
Dal 2011 è stato chiuso da Fiat, attuale proprietaria del marchio, ufficialmente per motivi di manutenzione, in verità pochi giorni dopo che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali aveva posto sotto tutela l’area e gli edifici. Ora l’azienda è uno degli sponsor di Expo 2015 e l’occasione sembra appropriata per affrontare in maniera differente la questione del Museo.
Alfa Romeo nel corso della sua storia ha progettato – spesso in collaborazione con carrozzieri e car designer – e prodotto molte vetture entrate nella storia mondiale dell’automobile. Le principali, assieme a molte altre, rare e uniche, sono conservate proprio ad Arese, in quello che è un autentico Museo del car design italiano. In tutto il mondo il marchio gode di enorme e meritata reputazione, con appassionati disposti a qualunque cosa per vedere dal vivo queste automobili. Scontato appare il successo che verrebbe tributato dai visitatori al Museo. Cosa si aspetta dunque?
Non entriamo qui nel merito generale dei contenuti dell’Expo, la cui definizione e concretizzazione in questi anni sembra aver seguito percorsi non sempre lineari, ma la riapertura definitiva del Museo Alfa – rispetto ad altre in cui ci si è imbarcati in questa infinita preparazione all’”evento” – è una cosa relativamente semplice, non molto costosa, che si può fare in fretta. Basta volerlo.
Per quanto riguarda il riferimento al tema generale della manifestazione “nutrire il pianeta” – e che non sembri in nessun modo una battuta – : finché è stata aperta, la fabbrica dell’Alfa Romeo di Areseha dato lavoro e da mangiare a tanta gente.
pubblicato in “Il fatto quotidiano”, 1 marzo 014